Che domenica!...Era tanto che non vedevo amici andare e venire da casa, e chiacchere, tante, tantissime chiacchere, in inglese, italiano e anche un po' in dialetti vari ed eventuali!
Forse complice anche il tempo, poco incoraggiante per uscire, siamo scivolati dalla colazione al pranzo in scioltezza, con un paio di cambi di personaggi, un po' come succede a teatro fra un atto e l' altro: una tazza di caffe', una fetta di torta di mele, il tavolo invaso da piattini, cucchiaini, latte e zucchero, e' proprio il caso di dire... quando il buon giorno si vede dal mattino...
Sottofondo di voci e saluti, c'e' chi esce e chi suona il campanello..." Avanti, la porta e' aperta!".
All' ora di pranzo, eravamo rimasti in tre e senza farlo apposta da questo incontro non proprio casuale sono nati un primo, opera di Paolo e della sua voglia di penne, un secondo (da leccarsi i baffi!) ad opera mia e un tiramisu' sofficioso per mano del nostro ospite.
Cosa aggiungere se non "A tavola!"... finalmente un pranzo di domenica come si conviene alle nostre buone abitudini italiane.
mercoledì 28 aprile 2010
giovedì 22 aprile 2010
Rustiche idee...
Bene altro giro altro regalo, sono di nuovo qui con crescenta e pizza. Questo e' proprio un periodo all'insegna del salato, mi succedeva la stessa cosa quando abitavo a Bologna: la primavera e' sinonimo di torte salate & company.
La motivazione e' abbastanza semplice, anzi direi scontata: sono irrimediabilmente stagionale, quindi sia l'umore che la cucina (e l'armadio!) risentono fortemente del periodo. E' piu' forte di me!
Di solito la linea di confine e' l'inizio di aprile, quando si scatena la voglia di fare pic-nic, gite, mangiate all'aria aperta; certo piu' delle volte il clima e' davvero infame, ci fa credere che il bel tempo e' arrivato poi ci prende in contropiede e ci costringe a week end in casa causa pioggia e temporali.
Ma non importa, se il tempo due settimane fa era cosi' sono dell'idea che l'atteggiamento dev'essere quello di pensare "siamo in primavera comportiamoci di conseguenza!!!".
Per fortuna il tempo si e' dato una calmata e il sole ha preso il comando, era ora...
...quindi mi sembra il caso di festeggiare con qualcosa di allegro e colorato, dal sapore mediterraneo e senza troppe pretese.
La motivazione e' abbastanza semplice, anzi direi scontata: sono irrimediabilmente stagionale, quindi sia l'umore che la cucina (e l'armadio!) risentono fortemente del periodo. E' piu' forte di me!
Di solito la linea di confine e' l'inizio di aprile, quando si scatena la voglia di fare pic-nic, gite, mangiate all'aria aperta; certo piu' delle volte il clima e' davvero infame, ci fa credere che il bel tempo e' arrivato poi ci prende in contropiede e ci costringe a week end in casa causa pioggia e temporali.
Ma non importa, se il tempo due settimane fa era cosi' sono dell'idea che l'atteggiamento dev'essere quello di pensare "siamo in primavera comportiamoci di conseguenza!!!".
Per fortuna il tempo si e' dato una calmata e il sole ha preso il comando, era ora...
...quindi mi sembra il caso di festeggiare con qualcosa di allegro e colorato, dal sapore mediterraneo e senza troppe pretese.
Pizza pomodorini, mozzarella e origano (patriottica direi...!!!)
Crescenta all'olio
Frittata di spaghetti: Paolo's creation
Un appunto per i passanti: per la frittata ho usato spaghetti in bianco riciclati dalla sera prima, con due uova, sale, pepe e grana; conviene usare un contenitore capiente per mescolare tutto e versare poi su una padella antiaderente e far cuocere bene entrambi i lati, poi si taglia a spicchi. La pizza e' fatta "a occhio", comunque le dosi si trovano ovunque, per la crescenta vi rimando QUI
Alla fine, per un motivo o per l'altro di pic-nic neanche l'ombra, ma abbiamo rimediato con qualche cena sul divano davanti alla tv.
Alla fine, per un motivo o per l'altro di pic-nic neanche l'ombra, ma abbiamo rimediato con qualche cena sul divano davanti alla tv.
giovedì 15 aprile 2010
Merenda per 2: fragole e ricotta
Un altro nuovo cambio repentino del clima, se una persona dovesse fare un grafico dell'andamento delle temperature la rappresenterebbe come una linea impazzita, ne sono abbastanza sicura.
Tanto per fare un esempio, la settimana scorsa i gradi sono scesci talmente tanto che credevo uscissero dal termometro, infatti abbiamo sfiorato lo zero! E il cielo non faceva ben sperare (abbiamo visto una lieve nevicata, voglio dire siamo ad aprile!!!). Cosi' ho ritirato fuori le cose piu' pesanti con tanto di felpa pelosa e avevo freddo comunque. E poi pioveva che era una "meraviglia"...con un super mega temporale notturno, che io ho chiamato uragano perche' una cosa del genere non l'avevo mai vista. Fortunatamente non lo era, ma ad ogni modo non e' stato il massimo. Poi arriviamo a questa settimana: spettacolo. Sole. Caldo. Da non crederci quindi lo dico sottovoce per scaramanzia. Voglio dire che alle cinque di ieri pomeriggio c'erano la bellezza di 28 gradi C. Una goduria. E via nuovo cambio di guardaroba, magliettina e ballerine rigorosamente senza calze.
Certo una persona normale, di quelle che in Italia direbbe "ah non ci sono piu' le mezze stagioni..." qua diventa matta del tutto. Quindi se qualcuno e' dell'idea di trasferirsi nel Midwest, ci rifletta bene e dopo un'attenta valutazione scelga la California!!!
Quindi trasportata dal cambio degli eventi climatici, apro ufficialmente la stagione con questa merenda- dessert dalla vista primaverile ;-)
Cosa occorre:
un cestino di fragole, tagliate tipo macedonia e condite con lo zucchero e il limone in modo da fare il "sughetto"
100 g di ricotta
1 tuorlo
un cucchiaio di zucchero
6-8 savoiardi
Le fragole vanno preparate un po' in anticipo cosi' avranno preso il sapore del limone e dello zucchero, poi ne mettiamo 4 o 5 pezzetti nella base del bicchiere, o di piu' se il bicchiere e' grande. Pezzetti di savoiardi da coprire bagnati col sughetto delle fragole; poi si tagliano i savoiardi in modo da metterli a raggera attorno al bordo del bicchiere, a me ne sono bastati due per porzione, e si versa sopra la crema di ricotta.
Per la crema: sbattere con la frusta il tuorlo con lo zucchero fino a formare una crema chiara poi aggiungere la ricotta e amalgamare bene insieme.
Lasciare riposare in frigo per un paio d'ore.
Una buona alternativa al mascarpone e un po' piu' light, quindi meno sensi di colpa!!!
Tanto per fare un esempio, la settimana scorsa i gradi sono scesci talmente tanto che credevo uscissero dal termometro, infatti abbiamo sfiorato lo zero! E il cielo non faceva ben sperare (abbiamo visto una lieve nevicata, voglio dire siamo ad aprile!!!). Cosi' ho ritirato fuori le cose piu' pesanti con tanto di felpa pelosa e avevo freddo comunque. E poi pioveva che era una "meraviglia"...con un super mega temporale notturno, che io ho chiamato uragano perche' una cosa del genere non l'avevo mai vista. Fortunatamente non lo era, ma ad ogni modo non e' stato il massimo. Poi arriviamo a questa settimana: spettacolo. Sole. Caldo. Da non crederci quindi lo dico sottovoce per scaramanzia. Voglio dire che alle cinque di ieri pomeriggio c'erano la bellezza di 28 gradi C. Una goduria. E via nuovo cambio di guardaroba, magliettina e ballerine rigorosamente senza calze.
Certo una persona normale, di quelle che in Italia direbbe "ah non ci sono piu' le mezze stagioni..." qua diventa matta del tutto. Quindi se qualcuno e' dell'idea di trasferirsi nel Midwest, ci rifletta bene e dopo un'attenta valutazione scelga la California!!!
Quindi trasportata dal cambio degli eventi climatici, apro ufficialmente la stagione con questa merenda- dessert dalla vista primaverile ;-)
Cosa occorre:
un cestino di fragole, tagliate tipo macedonia e condite con lo zucchero e il limone in modo da fare il "sughetto"
100 g di ricotta
1 tuorlo
un cucchiaio di zucchero
6-8 savoiardi
Le fragole vanno preparate un po' in anticipo cosi' avranno preso il sapore del limone e dello zucchero, poi ne mettiamo 4 o 5 pezzetti nella base del bicchiere, o di piu' se il bicchiere e' grande. Pezzetti di savoiardi da coprire bagnati col sughetto delle fragole; poi si tagliano i savoiardi in modo da metterli a raggera attorno al bordo del bicchiere, a me ne sono bastati due per porzione, e si versa sopra la crema di ricotta.
Per la crema: sbattere con la frusta il tuorlo con lo zucchero fino a formare una crema chiara poi aggiungere la ricotta e amalgamare bene insieme.
Lasciare riposare in frigo per un paio d'ore.
Una buona alternativa al mascarpone e un po' piu' light, quindi meno sensi di colpa!!!
lunedì 12 aprile 2010
Cibo per la mente
"Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina.Non importa dove si trova, com'è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.[...]... e grandi, di una grandezza esagerata. Con un frigo enorme pieno di provviste che basterebbero tranquillamente per un intero inverno, un frigo imponente, al cui grande sportello metallico potermi appoggiare. E se per caso alzo gli occhi dal fornello schizzato di grasso o dai coltelli un po' arrugginiti, fuori le stelle che splendono tristi.
Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po' meglio che pensare che sono rimasta proprio sola."
Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po' meglio che pensare che sono rimasta proprio sola."
(Kitchen - Banana Yoshimoto, 1988)
Sistemando le valigie ho trovato nascosto in una tasca questo libro, portato dall'Italia che non ricordavo per niente di averlo preso con me. Assolutamente una bella scoperta.
Piccolo, con la copertina morbida e dall'aria vissuta, l'avro' letto almeno tre volte, e quando mi capita di prenderlo in mano non posso fare a meno di leggere qualcosa, e' proprio il caso di dire che a suo tempo quando ho scoperto Banana Yoshimoto, sono stata catturata dal linguaggio, dai temi affrontati e dall'immagine affascinante del Giappone.
Il brano sopra e' l'inizio del libro, divertente a tratti triste, dove appare la cucina come metafora della famiglia. Offre diverse interpretazioni, credo che o lo si ami o lo si odi, senza vie di mezzo.
giovedì 8 aprile 2010
Se non c'era bisognava inventarla
A Bologna, come sicuramente in altre citta', abbiamo un'usanza spettacolare: la sera, forse e' meglio parlare di notte o mattina prestissimo, prima di rientrare a casa e di crollare nel letto e' una tappa obbligata fermarsi dal furner.
Cosa potra' mai essere se non il nostro fornaio, quello notturno e di fiducia, che anche se stai tornando a casa dal mare e mancano 50 km, gia' progettiamo di fermarci a mangiare le peggio cose. Che spettacolo!!!
Ma il punto e', ci si ferma a prescindere da dove si e' trascorsi la sera: a bere in compagnia, al cinema o a ballare non fa differenza, anche la scusa di portare a casa la colazione per la domenica mattina non regge. Ci si ferma e basta, il venerdi' o il sabato sera dalle 23 in poi il popolo notturno a Bologna ha il suo furner. Un trancio di pizza o di crescenta (sbagliato chiamarla focaccia in presenza di un bolognese!), un cornetto dolce o qualsiasi altra cosa e' perfetta, i piu' audaci e allenati mangiano prima il salato e poi il dolce. Il tutto condito da chiacchere tra un morso e l'altro, davanti alla vetrina del negozio, in macchina (e quando hai una Smart diventa interessante evitare che pezzetti di pizza trabordanti di pomodoro colino) o seduti alla fermata dell'autobus. Il mio fornaio di riferimento e' in Santa Viola, proprio sulla via Emilia, all'incrocio con via Battindarno, e la mia merenda in cima alla top ten e' la treccia dolce con lo zucchero sopra. Cosi' buona che ne ho sempre comprate due, la seconda era per il giorno dopo e tornavi a casa in pace con il mondo.
Com'e' che queste cose mi mancano tremendamente?...Anche difronte al cibo scatta la mia vena romantica, o come direbbe Vasco, inguaribile romantica...
Forse perche' qua la cosa piu' simile al pane e' il filone francese o il pane in cassetta, dall'aspetto plastificato e gommoso, che proprio non invoglia un gran che'.
Cosi' ho preso al volo la palla, ho preso la farina e il lievito e ho iniziato ad impastare!
Questo e' quello che e' saltato fuori, dopo un'ora di lievitazione...
...pronto, sfornato e assaggiato!!!
Come vi sembra?...A me spettacolare, e' un vero peccato che non si possa sentire il profumino, per dieci minuti mi sono sentita ipnotizzata dall'odore e al primo morso le papille gustative si sono risvegliate. Che delirio!
La prossima volta che organizzo un aperitivo a casa dovro' assolutamente ricordarmi di farlo, intanto me lo vado a mangiare comoda comoda sul divano...
Gli ingredienti eccoli qui:
250 g farina
12 g lievito di birra
1 cucchiaio d' olio d'oliva
200 ml d'acqua
un pizzico di sale e uno di zucchero
qualcosa per la farcitura, io ho usato 60 g di salame
Mettere la farina su un piano o in un contenitore dove si possa impastarla; sciogliere il lievito in acqua tiepida con un pizzico di zucchero e versarlo nella farina, unire l'olio, il sale e il salame tagliato a cubetti. Poi impastare e impastare fino a che si forma una palla, fargli una croce sopra e lasciarla riposare al coperto, tipo dentro al microonde o al forno spento (1 ora).
Sgonfiare la palla e stenderla per circa un cm di spessore e posizionarla in una teglia foderata di carta da forno, spennellarla con un cucchiaio d'olio e lasciarla riposare al coperto per un'altra mezz'ora. Poi si inforna per 30 minuti a 200 gradi.
Ultima cosa: e' ottima appena sfornata, ma anche il giorno dopo, sempre se ci arriva!
Cosa potra' mai essere se non il nostro fornaio, quello notturno e di fiducia, che anche se stai tornando a casa dal mare e mancano 50 km, gia' progettiamo di fermarci a mangiare le peggio cose. Che spettacolo!!!
Ma il punto e', ci si ferma a prescindere da dove si e' trascorsi la sera: a bere in compagnia, al cinema o a ballare non fa differenza, anche la scusa di portare a casa la colazione per la domenica mattina non regge. Ci si ferma e basta, il venerdi' o il sabato sera dalle 23 in poi il popolo notturno a Bologna ha il suo furner. Un trancio di pizza o di crescenta (sbagliato chiamarla focaccia in presenza di un bolognese!), un cornetto dolce o qualsiasi altra cosa e' perfetta, i piu' audaci e allenati mangiano prima il salato e poi il dolce. Il tutto condito da chiacchere tra un morso e l'altro, davanti alla vetrina del negozio, in macchina (e quando hai una Smart diventa interessante evitare che pezzetti di pizza trabordanti di pomodoro colino) o seduti alla fermata dell'autobus. Il mio fornaio di riferimento e' in Santa Viola, proprio sulla via Emilia, all'incrocio con via Battindarno, e la mia merenda in cima alla top ten e' la treccia dolce con lo zucchero sopra. Cosi' buona che ne ho sempre comprate due, la seconda era per il giorno dopo e tornavi a casa in pace con il mondo.
Com'e' che queste cose mi mancano tremendamente?...Anche difronte al cibo scatta la mia vena romantica, o come direbbe Vasco, inguaribile romantica...
Forse perche' qua la cosa piu' simile al pane e' il filone francese o il pane in cassetta, dall'aspetto plastificato e gommoso, che proprio non invoglia un gran che'.
Cosi' ho preso al volo la palla, ho preso la farina e il lievito e ho iniziato ad impastare!
Questo e' quello che e' saltato fuori, dopo un'ora di lievitazione...
...pronto, sfornato e assaggiato!!!
Come vi sembra?...A me spettacolare, e' un vero peccato che non si possa sentire il profumino, per dieci minuti mi sono sentita ipnotizzata dall'odore e al primo morso le papille gustative si sono risvegliate. Che delirio!
La prossima volta che organizzo un aperitivo a casa dovro' assolutamente ricordarmi di farlo, intanto me lo vado a mangiare comoda comoda sul divano...
Gli ingredienti eccoli qui:
250 g farina
12 g lievito di birra
1 cucchiaio d' olio d'oliva
200 ml d'acqua
un pizzico di sale e uno di zucchero
qualcosa per la farcitura, io ho usato 60 g di salame
Mettere la farina su un piano o in un contenitore dove si possa impastarla; sciogliere il lievito in acqua tiepida con un pizzico di zucchero e versarlo nella farina, unire l'olio, il sale e il salame tagliato a cubetti. Poi impastare e impastare fino a che si forma una palla, fargli una croce sopra e lasciarla riposare al coperto, tipo dentro al microonde o al forno spento (1 ora).
Sgonfiare la palla e stenderla per circa un cm di spessore e posizionarla in una teglia foderata di carta da forno, spennellarla con un cucchiaio d'olio e lasciarla riposare al coperto per un'altra mezz'ora. Poi si inforna per 30 minuti a 200 gradi.
Ultima cosa: e' ottima appena sfornata, ma anche il giorno dopo, sempre se ci arriva!
Enjoy ! ! !
domenica 4 aprile 2010
Perche' l'America non e' solo grattacieli...
Cosa facciamo per Pasqua?...
Domanda retorica direi visto che per noi organizzarci e' un lusso: se le cose non si decidono all'ultimo momento a noi non piacciono, o meglio saltano se solo tentiamo con un po' d'anticipo di pianificare anche solo un week end.
Quindi contro tutta la mia filosofia nel giocare d'anticipo se proprio dobbiamo, improvvisiamo pure, d'altra parte sembra che non ci sia altra soluzione! E comunque resta il fatto e lo sottolineo, che per quanto Paolo si diverta ad improvvisare, io sono di tutt'altra idea!!!
Fortunatamente un mini giretto siamo riusciti a improvv-pianificarlo. Basta uscire da Rockford, dove di grattacieli neanche l'ombra, cosi' come altri tipi di attrazioni, per scoprire che il Midwest offre davvero tanta natura. Certo l'Illinois non e' famoso per le sue colline, forse e' veramente uno dei luoghi piu' piatti del pianeta, ma appena varcato il confine a nord, in Wisconsin il paesaggio tende a diversificarsi, non piu' solo campi a perdita d'occhio.
Meta di questa giornata: Lake Geneva (Wi), distanza da Rockford 1 ora e da Chicago 1 ora e mezza.
Sul lago si affacciano tante casette in stile tardo periodo Vittoriano che meritano di essere viste...peccato solo che il vento ci abbia costretti ad una veloce ritirata verso la macchina!!!
(Un appunto: assolutamente da tornarci in estate, in effetti il giorno di Pasqua il tempo e' sempre instabile, come in Italia, mah...)
Domanda retorica direi visto che per noi organizzarci e' un lusso: se le cose non si decidono all'ultimo momento a noi non piacciono, o meglio saltano se solo tentiamo con un po' d'anticipo di pianificare anche solo un week end.
Quindi contro tutta la mia filosofia nel giocare d'anticipo se proprio dobbiamo, improvvisiamo pure, d'altra parte sembra che non ci sia altra soluzione! E comunque resta il fatto e lo sottolineo, che per quanto Paolo si diverta ad improvvisare, io sono di tutt'altra idea!!!
Fortunatamente un mini giretto siamo riusciti a improvv-pianificarlo. Basta uscire da Rockford, dove di grattacieli neanche l'ombra, cosi' come altri tipi di attrazioni, per scoprire che il Midwest offre davvero tanta natura. Certo l'Illinois non e' famoso per le sue colline, forse e' veramente uno dei luoghi piu' piatti del pianeta, ma appena varcato il confine a nord, in Wisconsin il paesaggio tende a diversificarsi, non piu' solo campi a perdita d'occhio.
Meta di questa giornata: Lake Geneva (Wi), distanza da Rockford 1 ora e da Chicago 1 ora e mezza.
Sul lago si affacciano tante casette in stile tardo periodo Vittoriano che meritano di essere viste...peccato solo che il vento ci abbia costretti ad una veloce ritirata verso la macchina!!!
(Un appunto: assolutamente da tornarci in estate, in effetti il giorno di Pasqua il tempo e' sempre instabile, come in Italia, mah...)
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