giovedì 27 maggio 2010

Happy ending

Quando mai mi sarei immaginata che un corso avanzato d'inglese mi avrebbe dato cosi' tanto? Tanto da scriverci il secondo post, da rifletterci sulla strada del ritorno verso casa, e da lasciarmi un pizzico di malinconia per essere finito. Non erano solo tre serate di un impegno settimanale, e' stato decisamente di piu'. Confrontarmi con le persone, con compagni di classe, anche di una certa eta', che a differenza di me parlavano un inglese a stento, fatto di suoni il piu' delle volte indecifrabili. Ma il mio desiderio di comunicare ho scoperto va' ben oltre, passati i primi timori, via a cercare l'appiglio per scambiare due parole. E cosi' sono saltate fuori tante storie.
Rockford e' piena di stranieri, o forse fatta solo di stranieri, e io chi sono? Eh... La realta' appena percepita dei rifugiati politici, lontana anni luce da noi italiani, sentire di persone scappate dai loro paesi in cerca di un'alternativa, di un posto dove vivere e non solo per avere un tenore di vita migliore. Qui non esistono gli extracomunitari, ma mille situazioni diverse che convivono tra di loro, con rispetto, il piu' delle volte.
Poi gli insegnanti, non solo preparati sul piano tecnico ma anche su quello umano, si sono presi "cura" di noi in questi meravigliosi tre mesi. Mi sento davvero fortunata ad avere incontrato e conosciuto meglio alcuni di loro e aver visto nascere delle belle amicizie. 
Anche qui come in Italia si percepisce a pelle il concetto di lontani-vicini: lontananza culturale e vicinanza nel territorio, ma la si vive in modo a mio parere diverso, o forse io la vivo semplicemente cosi' senza tanti ma o pero'.


E per un finale di corso che si rispetti poteva mancare un bel tavolo imbandito, farcito di tanti piatti dai sapori piu' o meno esotici? Certo che no! Ma stavolta non ho fatto in tempo ad essere in prima linea con la digitale, ho dovuto limitarmi a fare la mia fila tranquilla con tanto di piattino per arrivare al buffet gia' spolpato. Magra consolazione il mio piattino e le ali di pollo caramellate che ho portato a casa come trofeo ( thanks Carol but I want the recipe).


Che cosa abbiamo qui?: insalata di pasta pomodori, mozzarella e zucchine (mia!)
                                            tortilla di mais con sopra pollo e verdure
                                            spring roll
                                            muffin di mais al limone e semi di papavero 
                                            coscetta di pollo caramellato... all'albicocca
                                            (sotto piatto intero, la foto rende decisamente poco!)



Avrei preso di piu' ma il piattino era piccolo!!!

lunedì 24 maggio 2010

Polpettine...una tira l'altra!

Dopo aver lasciato il mio blog in balia degli eventi, della bloggosfera e della navigazione, riprendo il timone, o in questo caso sarebbe piu' appropriato dire il controllo della tastiera e del mouse.
Rotta di questo post le polpettine di zucchine.  
Zucchine o zucchini? Be' a me poco cambia, finalmente la settimana scorsa dopo una lunga attesa sono riapparse al grocery dove vado a fare la spesa e ne ho fatto una super scorta. Se mi piacciono? Assolutamente si' in tutte le "salse" (modi) immaginabili. Ditene uno... si' anche quello!

Le zucchine qui le trovate al momento sotto forma di simpatiche polpettine, verdi. 





Facili anzi facilissime e velocissime sia a farle che a sparire!!! Ottime per un aperitivo o per una cena in solitaria davanti alla tv: cena sul divano approvata sia in compagnia che da sola, rigorosamente accompagnata da film. E poi una tira l'altra... :-)


ingredienti per una 20ina di polpette

250 g zucchine/i
uovo 
pan grattato, 3 cucchiai
formaggio (io ho usato un po' di feta sbriciolata)
sale, pepe, aglio

Per prima cosa tritare le zucchine nel mixer con uno spicchietto d'aglio, poi aggiungere uovo, sale e pepe.
Mescolare aggiungendo il pan grattato e alla fine il formaggio. Fare delle palline e cuocerle in forno a 180 gradi per mezz'oretta. 
N.B.: farle raffreddare sono delle bombe di calore!!!

Buona settimana!!!

lunedì 17 maggio 2010

La diplomazia del cibo e la crema della nonna

Ne ho avuto nuovamente la riconferma: le chiacchere attorno al tavolo con ospiti stranieri stanno diventando le mie preferite. Alt! un momento, con questo non voglio fare quella che se la tira: i miei amici quelli con la A maiuscola, quelli degli happy hour della domenica, dei cinema, dei momenti belli e brutti, vorrei averli tutti qui anche col rischio di avere la casa super affollata!!! Oddio pero' con questo non voglio neanche passare per quella che frequenta le persone di qui per accontentarsi ... no, no, nooo!!! Forse l'arte diplomatica non e' il mio forte, quindi arrivo al punto e magari evito di fare pessime figure, va la' (intercalare bolognese, ci sta' a pennello!).

Il punto: cena di venerdi' sera con amici americani (la mia prof. d'inglese e marito).
Piatti: rigorosamente italiani e vino argentino.
Argomenti di chiacchera: uff... tanti, paesi d'origine, differenze culturali, viaggi, cibo, aneddoti, italiano, americano, spagnolo (e non e' una barzelletta...), parole nuove, obiettivi e altro.


E per chiudere in bellezza dopo qualche bicchiere di tinto, vino rosso in spagnolo, fa il suo esordio in scena la crema all'uovo della mia nonna.


 Un dessert proprio speciale...

Ingredients per 4: 4 tuorli - 100 g zucchero - 50 g farina - 50 ml latte freddo - scorza di limone.
Unire lo zucchero ai tuorli, con le fruste elettriche si fa prima e viene tutto morbidoso; aggiungere la farina setacciata e attacher, iniziare a mescolare con un cucchiaio di legno. Unire anche la scorza del limone e iniziare lentamente a versare il latte. Portare tutto ad ebollizione sempre mescolando e rimescolando, i grumi stanno in agguato quindi attenzione.
Versare nelle coppette e una volta raffreddata mettere in frigo.

Bella serata a 360 gradi: piatti tutti rigorosamente spazzolati, grande felicita' del cuoco :-) clima di grande vicinanza culturale e umana... il potere del cibo.... 
Unico appunto... non abbiamo capito il nome del marito della mia prof, che due imbranati!!!






mercoledì 12 maggio 2010

Il lato romantico ...del pane

Partendo dal presupposto che dell'Italia mi mancano tante cose, quella che svetta in cima al podio e' il pane. Da bravi italiani il companatico e' necessario averlo sulla tavola, per quel non si sa' mai, perche' in fondo a noi piace tanto fare la scarpetta nel piatto dove fino a qualche minuto prima oltre al sughetto c'era dell'altro. Ma cosa succede quando ti ritrovi al grocery store e la scelta meno peggio ricade su una confezione maxi di pane da toast? Plain (naturale), con svariati tipi di cereali geneticamente modificati, o con la cannella? Certo glielo vado poi a raccontare al Paolo che il suo pranzo sara' un toast alla cannella con prosciutto e formaggio... La scelta e' scontata: vince quello naturale. Certo si puo' sempre scegliere di andare in un altro supermercato dove si trovano i filoni francesi e il famigerato italian bread, gigantesche pagnottone che al primo impatto dici, ecco ci siamo finalmente, poi prendi  la confezione e realizzi che era solo un miraggio: quello che ho in mano in realta' e' una grossa, gigantesca spugna!!! E' vero anche il detto paese che vai, usanze che trovi, ma con tutti i campi che hanno ed essendo uno  dei principali paesi al mondo che produce cereali, fare del pane buono, no???
Pazienza pure, per un anno ho vissuto di crackers e pane a fette, tranne in sporadiche occasioni che in un modo o nell'altro ci si attrezza. Se non che l'altro giorno, dopo un lungo periodo di ricerche on line, riviste portate da casa, domande sui blog, mi son detta: e' arrivato il momento, lo faccio, cosa sara' mai... si' pero' forse e' il caso di usare solo un etto di farina, cosi' per provare... Alla faccia della prova! Gia' solo l'odorino che c'era in casa, parlava da solo e eccolo qui in tutto il suo splendore (lo trovo bellissimo, ma sono di parte)!


Passato il primo momento di euforia e la prova assaggio, assolutamente confortante, ho pensato che magari era la fortuna del principiante. Cosi' ieri ho replicato, giusto per essere piu' sicura, poi al massimo avrei mangiato i crackers...


Identico: leggera crosticina fuori, mollica dentro e quel profumo, da scaldare la casa e il mio animo infreddolito da questa stagione. Il pane e' riuscito abbastanza bene, con tanto di ola da stadio in mezzo al soggiorno,  questa e' stata una super coccola.


E il giorno dopo e' ancora buono, ma credo proprio che non vedra' l'alba di domani....
Pane burro & marmellata e' proprio un bel comfort food...

(la ricetta viene da qui: Wikibooks, manuali e libri di testo liberi, pane all'olio)
300 g farina - 140 g acqua - 12 g lievito di birra (mezzo panetto) - un pizzicone di sale - mezzo cucchiaino di zucchero

Si fa una fontana con la farina al centro mettere il lievito sciolto prima nell'acqua tiepida e iniziare ad impastare la farina. Unire lo zucchero, l'olio e il sale, deve risultare un impasto elastico e formare una palla. Incidere a croce e lasciar riposare coperto per 1 ora.
Sgonfiare l'impasto che dev'essere raddoppiato, formare i pani e far lievitare un altra ora al coperto, gia' disposti sulla teglia. Infornare a 200 gradi fino a che saranno dorati in superficie, circa 15-20 minuti. Lasciar raffreddare.

E' stato bello farlo, rilassante e oserei direi terapeutico, ciao!!!

domenica 9 maggio 2010

Basta un po' di glassa...

...e anche una giornata tendente al grigio puo' diventare colorata ! ! !



 pasta frolla con glassa all'acqua e punta di colorante


Ecco cosa vuol dire fare la zia a distanza, essere sempre attenti a ogni minimo cambiamento, non farsi scappare nemmeno un particolare, sopratutto quando la comunicazione attraversa la rete (e ringrazio che esiste skype!) e dall'altra parte c'e' la mia nipotina che non sta ferma neanche a pregare! 
E' fantastico vedere come ci siamo tutti rintronati da un anno a questa parte: i miei genitori, completamente stravolti da questa creaturina, sono assolutamente a loro agio nel ruolo di nonni, come se lo fossero da sempre, mi fratello nel ruolo di genitore ha assunto un aspetto addolcito anzi ammorbidito, un po' come la mia glassa, dura solo all'apparenza...
Comunicazione fatta di linguacce, musi e canzoncine...d'altra parte non possiamo fare discorsi molto impegnativi, lei ha solo 11 mesi, e quindi via libera a smorfie, sorrisini e occhiate.


E oggi in occasione del suo 11esimo comple-mese son saltati fuori dal forno come per magia fiori e farfalline di frolla...un regalo del tutto simbolico: la distanza e' troppa e ha ancora troppi pochi dentini per sgranocchiare la pasta frolla, pero' mi sono divertita troppo a prepararli, a sperimentare la glassa e i colori, forse domani scopriro' qualche schizzo di rosso nascosto in cucina, ma fa lo stesso.


"Matilde, ti prometto che la prossima volta mi attrezzo per le coccinelle!"

 

mercoledì 5 maggio 2010

La perfezione... forse esiste

Ormai ne ho la certezza: sono alla ricerca del biscotto perfetto. Se esista o meno non lo so' ancora, ma ha forza di sperimentare e fondere, ogni volta e' sempre un trionfo di profumi.
Colpevoli questa volta sono il libro "Great tastes - Baking" e il post it/segnalibro che sbucava tra le pagine...a guardarlo meglio era lo scontrino della libreria, e se non ricordo male mi viene da dire che quel segnalino l'avevo lasciato li' non a caso. Strano?? Non per me, certo e' che devo decidermi a dare un ordine logico alle ricette, agli appunti e ai foglietti volanti che s'intravvedono in cima ai libri. Pero' che nella mia logica contorta o disordine perfetto poi alla fine trovo sempre tutto, alle volte saltano fuori al momento giusto altre quando meno me lo aspetto...ma va poi bene cosi' perche' andare contro natura?!!

La ricetta che si "nascondeva"  era quella dei chocolate (cinnamon) shortbreads, dove la cannella in questa casa e' proprio il caso di metterla tra parentesi, anche se non c'e' viviamo bene. Comunque, avevo voglia di fare qualcosa di diverso, qualcosa da portare per un dopocena e la ricetta e' davvero di una facilita' estrema: cosi' sono stata travolta in pieno nel girone degli shortbreads. 


Per farne poco piu' di una ventina servono:


200 g farina
40 g di cacao amaro
250 g burro
60 g zucchero


In una ciotola si uniscono la farina e il cacao e in un altra il burro, a temperatura ambiente, con lo zucchero;  con la frusta si forma una cremina che andra' poi unita alla farina. Il composto lo si lascia riposare in frigo per mezz'ora, poi lo si stende su un piano e si ricavano le formine ( o come nel mio caso si fodera una teglia tonda con il composto che deve essere di circa 1 cm e si praticano dei tagli a spicchi). Con una forchetta bucherellare l'impasto qua e la'.
In forno a 160 gradi per 15/18 minuti; lasciarli poi raffreddare.


Un appunto: il profumo che si sparge per la casa e' indescrivibile, per non parlare di quanto sono buoni!!! Basta, basta non aggiungo altro!!!

Chocolate shortbreads (Scozia)




lunedì 3 maggio 2010

Biscottini terapeutici



Ormai sta diventando un'abitudine della domenica mattina: la giornata deve iniziare con qualcosa di appena sfornato altrimenti non va' bene... E dopo una settimana impegnativa, e un sabato notte agitato, cosa c'e' di meglio che svegliarsi e arrancare fino alla cucina in cerca di qualcosina di dolce da sgranocchiare?!

Cosi' nel silenzio della casa, gesti abituali si ripetono in modo automatico e familiare: preparare il caffe', mettere il latte fuori dal frigo, recuperare la tazza e ciondolare beatamente in attesa che la cup finisca di riempirsi di caffe'. Devo ammettere che il caffe' americano mi piace, mi aiuta nel risveglio, sorsi lenti, io e la mia tazza siamo in perfetta simbiosi. Sono consapevole del fatto che il mio corpo ci mettera' ancora un po' prima di realizzare che sono in piedi, ma questo non mi ferma, devo preparare la colazione e magari tornare dieci minuti a letto.

Mattina perfetta per fare qualche biscotto. E' tanto che non li faccio. Qualche cambio di ingredienti e via che si impasta. Pronti e infornati.

Il profumo di miele che lasciano questi biscotti nell'aria risveglia i sensi, e' rassicurante, mi sento decisamente meglio. Ci voleva davvero poco...
...e come per magia realizzo che quelle persone che hanno infastidito i miei pensieri sono sparite (speriam che l'effetto duri a lungo!).

cosa occorre?
120 g farina, io ho usato quella integrale
60 g zucchero a velo
60 g burro
1 uovo
1/2 bustina di lievito o 2 cucchiaini di baking powder
un pugno di mandorle tritate

Aggiungere alla farina setacciata il lievito e unire l'uovo, lo zucchero, il burro fuso, le mandorle e un cucchiaino di miele. Lavorare tutti gli ingredienti con le mani e quando l'impasto e' pronto farlo riposare in frigo 15 minuti. Fare poi delle palline e appiattirle. Cuocerle in forno gia' caldo a 170 gradi per 15 minuti.